Cipolla

Per molti è la regina della cucina, quel tocco di sapore a cui non si può rinunciare. per altri è la tortura delle massaie e un modo per inimicarsi colleghi e partner. In realta’ si tratta di uno degli alimenti con maggiori proprietà preventive e terapeutiche.

Di Cristina D’Onorio

Cotta o cruda può agire da diuretico, antisettico, espettorante, digestivo, ipoglicemizzante, ma anche come afrodisiaco. E se non piace l’odore, basta condirla con olio e limone Uno dei tanti luoghi comuni che riguardano la nostra alimentazione è quello che riduce la cipolla ad un semplice odore sgradevole che resta nella bocca della persona dopo i pasti. In realta’ molti non sanno che la storia di questa famosissima erba è molto più affascinante e risale molto addietro negli anni. Appartenente alla famiglia delle Liliaceae o Gligliacee, la cipolla nasce in Persia, dove comincia a essere coltivata e scambiata come merce pregiata, prima solo in Asia e più tardi anche in Europa. Presso gli Egizi e i Greci era parte del salario dei soldati e oltre che cruda veniva utilizzata soprattutto in forma di decotti e tinture che sembravano possedere marcate proprietà afrodisiache. I bulbi macerati in soluzione alcolica venivano raccolti nel periodo compreso tra maggio e agosto e quelli prodotti da piante che avevano già fiorito erano rigorosamente scartati, in quanto considerati quasi completamente svuotati delle loro qualita’. Secondo Plinio il Vecchio, non c’era mezzo più potente per favorire la diuresi e eliminare i cloruri, mentre mangiata cotta diventava un ottimo lassativo. Le differenze fra la cipolla cotta e quella cruda non si limitano a questo e tale ortaggio apparentemente “buono” solo in cucina, può costituire una fonte di sorprese in ambito preventivo e terapeutico.

Notizie scientifiche sulla cipolla

L’aspetto tipico col quale la cipolla si presenta una volta cresciuta è quello di un grosso bulbo rotondeggiante costituito da tuniche carnose e rivestito esternamente da una sottile membrana di consistenza cartacea. Alla base del fusto inizialmente slanciato, crescono foglie tubolari e allungate, vuote dentro e con all’apice un’ombrella globosa con tanti piccoli fiorellini bianco-verdastri. Il frutto è quindi una capsula membranosa, triloba, con l’apice deiscente per tre valve, e ogni loggia contiene uno o due semi schiacciati. I suoi molteplici nomi comuni sono: siola, sciolla, zeola, cipuja ziodda, chibudda. Oggi, differenziate per il colore e la forma del bulbo, ne vengono coltivate numerose varietà, mentre non sembra possibile una crescita di tipo spontaneo. Il bulbo viene raccolto in tarda primavera o in estate ma sempre prima che la pianta fiorisca, e cioè non appena la parte aerea tende ad essiccare, così che esso non perda i principi attivi contenuti nel suo tronco grosso e corposo. Oltre le Vit. A, B1, B2, PP, C e E, contiene un’alta quantità di Fosforo e Magnesio, enzimi e olii essenziali, per un totale di oltre 150 sostanze attive.

Uso della cipolla

La cipolla può davvero essere definita una pianta eclettica, dati i molteplici usi a cui essa, grazie alle sue straordinarie qualita’, facilmente si presta. Cruda, come ricordato, la cipolla è un ottimo diuretico, poichè oltre a disinfettare l’intestino, contribuisce a abbassare la pressione sanguigna, a far diminuire il tasso di glucosio, di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Le sue proprietà espettoranti e battericide assieme all’alto valore nutritivo contenuto nel bulbo, permettono il suo impiego anche contro stipsi, tosse, bronchiti e raffreddori (sotto forma di sciroppo al miele); in caso di puntura di insetti lo stesso bulbo o anche solo il gambo verde può servire a lenire il fastidioso prurito. Se ne sconsiglia invece l’utilizzo, soprattutto se cruda, a quanti soffrono di digestione difficile o di iperacidita’, perché aumenta l’acidita’ dello stomaco, a chi sanguina con facilita’ e a chi soffre di dermatosi. La cipolla cotta, da molti definita “la regina della cucina” per via delle innumerevoli ricette in cui viene impiegata, sia nella semplice forma di zuppa, che in quella più complessa di torta, costituisce un ottimo delicato regolatore intestinale. Grazie alla presenza di olii essenziali, sostanze solforate che ne caratterizzano l’aroma, vitamina C e sali minerali, spesso viene utilizzata in forma di decotti facilmente realizzabili. Basta togliere alle cipolle il rivestimento esterno, lavarle e affettarle con la loro buccia, per poi farle bollire in una pentola d’acqua per circa 15 minuti; una volta filtrate si ottiene un decotto che se bevuto tre volte al giorno, possibilmente lontano dai pasti, oltre a avere effetti diuretici, è utile anche in caso di reumatismi e dolori articolari. Come rimedio fitoterapico risulta particolarmente efficace anche il cataplasma di cipolla, al quale si può ricorrere in caso di ascessi o di geloni. Occorre tritare una cipolla e applicarla mediante una garza sulla parte interessata. In cosmesi il cataplasma viene utilizzato per frizionare pelli secche e rovinate, mentre il succo, essendo ricco di composti solforati vitalizzanti del cuoio capelluto, secondo la tradizione sarebbe utile per stimolare il bulbo pilifero e ritardare la caduta dei capelli. L’uso della cipolla cotta, sia per scopi cosmetici che fitoterapici, è vivamente sconsigliato alle puerpere e ai malati di fegato. In omeopatia è indicata per la fastidiosa secrezione nasale che accompagna il raffreddore, specialmente se c’è lacrimazione. La cipolla costituisce l’ingrediente principale anche di particolari infusi, usati prevalentemente come medicinali. Per la preparazione basta tagliare a fettine 500 gr. di cipolla e lasciarla macerare per tre giorni in 1 litro di vino bianco secco. La dose da somministrare è di un bicchierino lontano dai pasti per tre volte al giorno e costituisce una bevanda ricca di vitamina C e di sali diuretici, indicata per coloro che soffrono di affezioni alle vie urinarie e renali ma è consigliabile anche ai diabetici in quanto ipoglicemizzante. Per finire, se proprio non sopportate il suo odore, tagliatela a fettine piccolissime, conditela con olio e limone e lasciatela macerare per alcune ore.