Il cavolo o verza

Nell’antica Roma si usavano per scacciare la malinconia e la tristezza, ma oggi sappiamo che queste piante possono avere effetti ben più certi. Anche sulla pelle 

di Marisa Paolucci

C’è un antico proverbio che dice “i cavoli sono sempre in mezzo”. E forse la sua origine è molto antica visto che questa verdura ha avuto sempre il ruolo di “tamponare” gli eccessi. I Romani, infatti, buongustai per natura, usavano mangiarli crudi prima dei banchetti per aiutare l’organismo ad assorbire meglio l’alcool. Non solo, a Roma si attribuiva al cavolo il potere di scacciare la malinconia e la tristezza. In ogni caso, qualunque fosse la ragione, il cavolo era così presente nella dieta del popolo da convincere Catone ad attribuirgli la proverbiale salute di ferro dei romani. Cosi’ per secoli ha rappresentato uno degli alimenti principali degli equipaggi delle navi, proprio per rinforzare il magro regime alimentare durante i lunghi viaggi in mare. Il ruolo alimentare di questo ortaggio è rimasto saldo nei secoli, ancora oggi nei paesi dell’Est se ne mangiano le foglie crude dopo aver esagerato con la vodka.
Pianta originaria dell’Europa è coltivata anche in Asia, in America: con il nome di cavolo (brassica oleracea) si identificano diverse tipologie di pianta della stessa specie: il cavolfiore, il cavolo broccolo, il cavolo cappuccio, il cavolo verza, il cavolo di bruxelles, il cavolo cinese, il cavolo rapa.
Le virtu’ terapeutiche del cavolo sono così vaste da essere considerato una pianta medicinale. Si tratta di un vero concentrato energetico: contiene infatti vitamine: A, B1, B2, B6, C, D, E, K, PP, ma anche bromo, calcio, cobalto, ferro, fosforo, iodio, rame, manganese, magnesio, potassio, zinco, zolfo, clorofilla che favorisce la produzione dell’emoglobina ed è utile per curare l’anemia, diversi aminoacidi, mucillagini e saponine, l’acido folico indispensabile per la gravidanza.
Secondo la tradizione, per le sue proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e depurative, il suo succo centrifugato, bevuto regolarmente, può curare astenia, acne, ascessi, artrosi e artriti, cistiti, emorroidi, e anche le infiammazioni delle vie aeree come faringiti, tonsilliti, laringiti, tracheiti, bronchiti, polmoniti. è inoltre tramandata l’efficacia di questa pianta per l’insufficienza epatica e l’ulcera, in quanto contiene il gefarnato, un composto che ha il potere di rinforzare la mucosa dello stomaco proteggendola dagli attacchi degli acidi; valido poi anche per la colite, le parassitosi intestinali, la stitichezza. In diversi testi si legge che inoltre fortifica l’organismo e regola il sistema nervoso proprio per essere un potente rimineralizzante, un ottimo rigeneratore di tessuti, un efficace diuretico e disinfettante naturale. Forse pero’ pochi sanno che è molto efficace nel prevenire e curare le dermatiti, e lo zolfo in esso contenuto, costituisce anche un rimedio per la pelle grassa seborroica, acne e alcuni eczemi. In cosmesi si utilizza il suo succo come ingrediente di prodotti vitalizzanti per la pelle.
Ecco la ricetta per una maschera rigenerante per il viso: pestare alcune foglie di cavolo e raccogliere il succo. Mettere il tutto su una grossa garza e applicare sul viso. Tenere almeno mezz’ora. Serve per stimolare il derma. Secondo recenti ricerche non andrebbero sottovalutate le proprietà anticancro di questa pianta, essa contiene infatti delle sostanze antiossidanti e fibre che agiscono inattivando chimicamente gli agenti cancerogeni. I cavoli cotti sono preziosi nelle diete ipocaloriche per il loro quasi inesistente contenuto di grassi. Un discorso a parte invece meritano i crauti. Nascono dal processo di fermentazione dei cavoli cappuccini; la fermentazione aggiunge ulteriori virtu’ terapeutiche producendo una grande quantità di acido lattico il quale svolge un’azione regolatrice, antifermentativa, depurativa e disinfettante a beneficio dell’intestino, potenziando l’attivita’ della flora intestinale. Per ottenere il massimo dell’efficacia i crauti non andrebbero cotti (soprattutto con la pancetta), ma consumati a crudo e conditi con olio d’oliva. Per il loro concentrato di vitamina C possono sostituire gli agrumi. Uno dei problemi legati alla preparazione del cavolo è legato all’odore caratteristico che si produce durante la cottura, causato dall’alto contenuto di zolfo, risolvibile ricorrendo alla pentola a pressione oppure aggiungendo aceto o limone nell’acqua di cottura. Il modo migliore per mantenere tutte le proprietà nutrizionali è quello di cuocerli stufati o a vapore per non più di venti minuti.