Mangiare pensando ai propri capelli
Una approfondita analisi della qualità degli alimenti assunti permette di valutare quali siano gli elementi da integrare se si vuole aiutare dall’interno la crescita
del dott. Daniele Campo – Istituto Ortodermico Italiano – Roma
Se è vero che noi siamo ciò che mangiamo, allora è normale chiedersi: la dieta può influenzare la salute dei capelli? La risposta è sì, poiché l’importanza della giusta qualità e quantità dei principali nutrienti può in maniera significativa influire sulla crescita dei capelli stessi. Addirittura alcuni segni clinici possono anticipare tali conferme negli esami del sangue. Ma andiamo per gradi: l’80% circa del peso del capello è dovuto alla presenza di proteine fra cui la principale è la cheratina composta da 18 aminoacidi. Quello più rappresentato è la cistina per il 17,5% con un elevato contenuto di zolfo (27%) e grazie ai ponti di solfuro, conferisce resistenza e stabilità alla struttura del capello. La cistina può stimolare il processo di cheratinizzazione e anche la produzione di eumelanine, pigmenti che colorano il capello. Una giusta concentrazione di cistina nel sangue è garantita da un corretto apporto di vitamina B6. Vengono poi la serina allà11,7%, l’acido glutamico: 11,1%, la treonina: 6,9% , la glicina : 6,5% e l’arginina: 5,6%. In termini generali, l’apporto proteico giornaliero deve corrispondere a circa 1 g /kg di peso corporeo e deve essere aumentato in particolari condizioni come gravidanza, stato febbrile, intensa attività muscolare. In caso di malnutrizione, oppure quando l’apporto di proteine o calorie è insufficiente, i capelli sono tra i primi bersagli colpiti, e questo avviene perché l’organismo cerca di utilizzare le risorse disponibili per salvaguardare altre funzioni ritenute più necessarie. La malnutrizione, come dimostrano anche alcuni studi a carattere antropologico, può influenzare la consistenza, il colore e la crescita dei capelli. In Africa, a esempio, i bambini malnutriti presentano spesso capelli rossicci o biondi; in Sud America, invece, si riscontra spesso un fenomeno detto ”flag-sign”, ovvero l’alternarsi di strisce di colori diversi nella stessa ciocca di capelli: le strisce depigmentate corrispondono al lasso di tempo in cui l’apporto proteico del bambino è stato insufficiente. Bradfield ha dimostrato, su volontari sani sottoposti a dieta aproteica, che il diametro del bulbo dei capelli si riduce notevolmente dopo soli 11 giorni con marcata riduzione del pigmento melanico verso il 14° giorno, seguita da atrofia prima e poi perdita delle guaine del pelo interna ed esterna. Le fonti proteiche da privilegiare sono la carne bianca e il pesce, occorre invece limitare il consumo abituale di carni rosse e insaccati. La composizione chimica del capello oltre alle proteine prevede: acqua (12%) e lipidi (3%). La carenza di acidi grassi polinsaturi provoca secchezza cutanea, desquamazione del cuoio capelluto, caduta dei capelli con alterazione della loro struttura. Essi inoltre sono costituenti del film idrolipidico, prodotto in parte dalla ghiandola sebacea, che contribuisce a contrastare la proliferazione microbica e a difendere la pelle e il cuoio capelluto dalle aggressioni. Le sue fonti principali sono il pesce azzurro, le noci, l’olio di oliva e di semi (girasole, lino). I minerali (oligoelementi) rappresentano una componente essenziale dei sistemi proteico-enzimatici ed esiste una correlazione diretta fra la quantità presente nel sangue e quella presente nel capello. Singolarmente il ferro (media 4-12mg/gr) è più abbondante nei capelli rossi rispetto a quelli biondi e neri. Il magnesio (media 30-45mg/gr) è più abbondante nei capelli di colore nero (fino a 170mg/gr) e catalizza la trasformazione dell’ATP in cAMP, in seguito alla attivazione della adenilciclasi, e la degradazione dell’cAMP in 5-AMP ad opera della fosfodiesterasi. Lo zinco (media 150-180 mg/gr) è indispensabile per la corretta attività delle cellule germinative della matrice e quando è carente il capello si indebolisce e rallenta il ritmo di crescita. L’eccesso di zinco determina carenza di rame a causa dell’induzione dell’enzima tioneurina che, a livello intestinale, lega il rame in modo preferenziale rallentandone o impedendone l’assorbimento. Nei pazienti anemici è opportuno somministrare lo zinco almeno a 3 ore di distanza dal ferro, altrimenti si altera l’assorbimento. Il rame (media 16-50mg/gr) è indispensabile per catalizzare la conversione della tirosina a DOPA (nel processo di sintesi della melanina) e per consentire l’ossidazione della cisteina in cistina con formazione dei ponti di solfuro. Nella malattia di Menkes , per esempio, la maggior parte dei sintomi presenti è conseguente alla deficienza del rame dai tessuti. Il malato è calvo e ha pochi capelli che sono depigmentati, opachi e a volte sono presenti in sedi anomale (temporale o/e occipitale) con tendenza ad aggrovigliarsi. La tricotiodistrofia, è una rara anomalia della struttura del fusto che presenta un deficit del contenuto di zolfo per una ridotta incorporazione di aminoacidi solforati. Le alterazioni sono evidenti sin dalla nascita e interessano ciglia, sopracciglia e capelli, che appaiono appiattiti, fragili, frammentati, corti e radi. I vegetariani che non mangiano uova, possono essere soggetti per carenza di zolfo a fragilità di unghie e capelli, disturbi della pelle, artrite. Il Metil Sulfonil Metano (MSM), ovvero una forma di zolfo organico, è molto diffuso in natura. Purtroppo però viene in gran parte distrutto durante il processo di cottura degli alimenti. Il nostro corpo ha bisogno di zolfo per la costruzione di quasi tutte le biomolecole (enzimi, ormoni, aminoacidi, anticorpi, antiossidanti). Il collagene, la cartilagine e il tessuto connettivo ne contengono molto. La cheratina, dei nostri capelli, ne è ricchissima. È stato evidenziato che lo zolfo, somministrato in qualità di MSM, è facilmente assorbito dall’organismo ed è in grado di accelerare la crescita fisiologica dei capelli, rendendoli lucenti e flessibili. Inoltre, grazie alla sua struttura chimica, riesce a chelare i metalli pericolosi e le sostanze tossiche favorendone l’eliminazione dall’organismo. Agisce così da efficace disintossicante. Lo si trova anche sotto forma di integratore alimentare. Continueremo questa analisi del rapporto fra alimentazione e capelli nel prossimo numero della rivista. Le fonti principali degli acidi grassi polinsaturi sono il pesce azzurro, le noci, l’olio di oliva e di semi.