di Francisco Marquez
Il ricorso a innovativi modelli di valutazione in vitro, e formulazioni con principi attivi di qualità, alla base di prodotti cosmetici dai risultati misurabili
C’ è qualche studioso che nel passato ha provato a valutare all’interno del processo dell’invecchiamento cutaneo quanto incidessero, in termini percentuali, rispettivamente i fattori intrinseci del cronoaging, legati alle proprie caratteristiche genetiche, e quelli estrinseci del fotoaging, in particolar modo i radicali liberi indotti dagli UV ma anche le molte aggressioni metaboliche, ormonali, alimentari, stress psicofìsico, inquinamento atmosferico. Dopo anni di ricerca, però, bisogna riconoscere che questi tentativi non sono approdati quasi a nulla se non a riconoscere che le naturali difese antiossidanti della nostra cute, qualunque dei due fattori appaia prevalente, si riducono e impoveriscono con l’età. Così come è innegabile che, affinché le cellule cutanee siano protette efficacemente, ci sia bisogno che la bilancia ossidativa si mantenga in equilibrio tra produzione di ROS e difese antiossidanti, enzimatiche e non enzimatiche. Altre acquisizioni fondamentali sono legate alla conoscenza che il danno provocato alle membrane cellulari dalla perossidazione dei fosfolipidi si estende ai mitocondri cellulari, alle sedi della sintesi proteica, sino a intaccare il nucleo e gli acidi nucleici, sedi dell’informazione genetica. Le sedi cutanee maggiormente a rischio sono quelle foto esposte, in particolare viso, collo, decolleté e dorso mani, che necessitano di maggiore cura e prevenzione, e quindi per tali zone la normale routine dermo-cosmetica quotidiana dovrebbe svolgersi con prodotti contenenti un pool di attivi in grado di agire su più fronti verso gli attacchi ossidativi. Tante le sostanze antiossidanti ma l’azienda dermocosmetica RPF® ha puntato sulla radice del panax – ginseng (nomenclatura INCI) per l’abbondanza di saponine e ginsenoidi, in grado di incrementare l’idratazione e l’elasticità cutanea e di migliorare il microcircolo. La formulazione Idrastin® Siero contiene in se anche il retinolo, vit. A lipofila, molecola epitelio-protettrice con elevata capacità antiossidante, e in più fitoestrogeni, in grado di favorire un aumento di densità del derma. Tutto ciò grazie all’aumentato trofismo cellulare per allungamento delle catene mucopolisaccaridiche dei GAG dermici. Nella formulazione l’azione protettrice e di recupero è potenziata dagli acidi grassi polinsaturi contenuti nell’olio di girasole e dalla presenza di X-Solve, sostanza che migliora la microcircolazione superficiale, incrementando il flusso sanguigno. Per l’effetto rigenerante, con il Siero si è visto un aumento di rilascio di collagene del 40% nel medium; un aumento di rilascio di collagene del 10% nel tessuto. Dopo 5 giorni di trattamento, nel medium di coltura: 80% di aumento rispetto al basale e nel tessuto: +12% rispetto al basale. Dopo 8 giorni di trattamento: nel medium di coltura ulteriore aumento del 20% e nel tessuto +10% rispetto al basale. Complessivamente: rilascio di collagene + 40% nel medium e +10% nel tessuto.
Una valutazione in vitro su modelli di epidermide umana ricostituita (EpiDerm™, EpiDerm Full Thickness™ del prodotto Idrastin® Gemme, invece, ha evidenziato la capacità di modulare il danno indotto da uno stimolo irritante su colture di cheratinociti umani, e una buona attività antinfiammatoria, lenitiva, riparatrice, rigenerante dei cheratinociti. Dopo 5 giorni di trattamento con questa formulazione, si è riscontrato nel medium di coltura oltre 100% di aumento rispetto al basale e nel tessuto + 39% rispetto al basale. E ancora, dopo 8 giorni di trattamento, nel medium di coltura un ulteriore aumento del 56% mentre nessun incremento è stato rilevato nel tessuto. Complessivamente, quindi, l’aumento di rilascio di collagene è stato del 70% nel medium e del 18% nel tessuto. È importante segnalare che il ricorso alla valutazione in Vitro dell’attività rigenerante e protettiva di prodotti a uso topico su modelli di cute ricostituita di derivazione umana in campo cosmetico, come test alternativo all’utilizzo di animali, è una scelta di natura etica che la RPF® ha adottato da alcuni anni in maniera volontaria, ben prima quindi, che quest’anno entri in vigore il divieto di sperimentazione di ingredienti per tossicità a dosi ripetute. Aver puntato su metodiche in vitro innovative che si avvalgono di modelli altamente differenziati di cheratinociti derivati da cute umana normale, coltivati e ormai standardizzati, permette all’azienda di ottenere dati riproducibili e non soggetti alla variabilità individuale, consentendo di mimare l’applicazione topica di tutte le forme cosmetiche. Ottenendo così un importante supporto sia per lo screening in corso di formulazione che per la valutazione dell’attività intrinseca dei prodotti topici comparabili con quelle misurate tramite studi di attività sull’uomo.