Adiposità localizzate:Laser a bassa intensità e azione lipolitica

I risultati di un case report sull’utilizzo di un nuovo laser a bassa potenza nel trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate

Amuso Domenico dott
Dott. Domenico Amuso, Specialista in Chirurgia e Medicina dello Sport Esperto in Medicina e Chirurgia estetica

Il tipo di laser per applicazioni mediche genera di solito lunghezze d’onda che si estendono da 193 nm, in banda UV, ai 10300 nm, nel lontano infrarosso. Per il nostro studio (case report) abbiamo utilizzato un laser a bassa potenza,multi diodo 635 nm di produzione italiana introdotto recentemente nel mercato. È un laser di Classe IIIB, ad uso medico utilizzato come biostimolante e attivatore dell’attività mitocondriale cellulare. Per comprendere la terapia laser a bassa potenza, chiamata anche biostimolazione laser (le cui prime pubblicazioni apparvero più di 30 anni fa) bisogna fare un riferimento ideale al concetto di Ormesi, nella definizione fatta nel secolo scorso da due ricercatori, R. Arndt (psichiatra e omeopata) e H. Shulz (farmacologo), il quale enuncia che: uno stimolo di bassa intensità su un tessuto biologico induce una accelerazione delle funzioni; uno stimolo maggiore rallenta la stessa funzione; uno stimolo esagerato inibisce, poi blocca ed infine fa perdere la funzione. Questa è la legge di Arndt-Shultz. Il richiamo a questa formulazione concettuale è necessario in quanto  esiste un gran numero di scienziati, in varie parti del mondo, che mostrano dubbi e scetticismo riguardo alla possibilità di agire nell’organismo con una radiazione laser a bassa intensità, direttamente a livello molecolare. Per avere esperienza diretta ed esprimere il nostro parere abbiamo liberamente scelto un nuovo laser a bassa intensità, dotato di 4 sorgenti laser a diodi rossi da 50mW con lunghezza d’onda di 635nm. Su 4 speciali braccia flessibili sono montate le teste laser capaci di focalizzare ogni raggio, permettendo così il trattamento di un’area molto ampia, fino ad un massimo di 20×20 cm per ogni testa (ISTAR® Eufoton). Per esercitare la sua azione, è fondamentale che un laser, sia applicato direttamente nell’area da trattare. Nello strumento da noi utilizzato, ciascun laser, grazie a un software intelligente, lavora in modo autonomo e indipendente dagli altri in modo da coprire l’area interessata.

la luce visibile del rosso colpisce soprattutto le aree localizzate da trattare
la luce visibile del rosso colpisce soprattutto le aree localizzate da trattare

La luce visibile del rosso colpisce soprattutto il mitocondrio cellulare, che è l’organo intracellulare deputato al controllo ed alla diffusione dell’energia. Vengono così favorite la respirazione cellulare e l’utilizzazione dell’ossigeno. L’interazione tra luce e fotorecettore avviene su componenti proteiche enzimatiche della catena respiratoria mitocondriale: le C-citocromo-ossidasi. L’attivazione della catena respiratoria incrementa la produzione di energia endogena sotto forma di ATP. Abbiamo utilizzato la metodica laser (LLLT) su 5 pazienti di sesso femminile caucasiche con età compresa tra 30-40 anni. Tutte le pazienti presentavano cellulite e adiposità localizzata, erano non fumatrici, non affette da altre patologie, non usavano farmaci, e non facevano uso di estro progestinici (BMI medio di 27.2) Per valutare gli effetti della terapia, previo consenso, sono state eseguite delle biopsie prima, a metà e alla fine del trattamento, durato 12 sedute per 5 settimane. I risultati sono stati significativi da un punto di vista istologico, ma i pochi casi rendono lo studio solo indicativo (case report). Le biopsie dimostrano che non c’è atrofia dermica della matrice extracellulare, si nota presenza di fibre collagene ed elastiche, soprattutto presenza di fibre collagene di tipo I e III, maggiore presenza di fibrille di ancoraggio alla giunzione dermo-epidermica, presenza di fibrillina nel derma papillare. La terapia permette anche di stimolare i fibroblasti, dopo una prima fase proliferativa iniziale. Essi si differenziano da fibroblasti attivi in mio fibroblasti, capaci di esercitare una forza longitudinale contrattile sul collagene, con allineamento nello spazio. Il tessuto adiposo risulta ben conformato e percorso da numerosi capillari. L’istologia evidenzia inoltre linee di frattura del tessuto, effetto dell’azione lipolitica su adipociti superficiali, disaggregati, con membrane danneggiate e adipociti certamente sgonfiati. La luce laser rossa, a 635 nm, sembra creare evidenti effetti sulle cellule:

BACCI Pier Antonio Prof
Prof. Pier Antonio Bacci, Specialista in Chirurgia e Malattie Vascolari – Direttore Accademia di Flebologia e Patologie Estetiche Arezzo

 

  1. stimolazione dei mitocondri con ripresa del metabolismo cellulare.
  2. La nuova distribuzione della carica energetica mitocondriale crea attivazione della C-citocromo ossidasi che aumenta la concentrazione cellulare dei perossisomi.
  3. I trigliceridi si scompongono in acidi grassi e glicerolo, che fuoriescono dalla cellula ed entrano nell’interstizio per apoptosi.
  4. Alcune recenti pubblicazioni indicano la presenza di micropori nella membrana, le nostre biopsie non dimostrano micropori, ma disgregazione della membrana. Certamente, la stimolazione laser LLLT non ha danneggiato nessuna struttura epidermica, vascolare o nervosa. Tutto il corpo può essere trattato con questo laser, sia per adiposità che cellulite su ginocchia, cosce, polpacci, glutei, addome, braccia, mentre l’esperienza consiglia 10-12 sedute da fare ogni 3 gg. Nella pratica, le teste del laser sono posizionate a 20 cm dalla cute del paziente. Nella coscia, con la paziente distesa sul lettino, si irradiano le zone per 20-30 minuti sulla parte anteriore e per 20-30 minutisu quella posteriore. Nello studio abbiamo integrato il laser con terapia fisica connettivale per allungare le fibre dei setti verticali e facilitare il deflusso linfatico. Assieme a propulsione di ossigeno e carbossiterapia si ottiene la strategia VARTAM, che oggi sembra costituire un momento terapeutico avanzato per sindromi cellulitiche e adiposità localizzate. Come per ogni terapia vi sono delle controindicazioni: pazienti con infezioni dermiche generali, con trombosi venosa profonda o superficiale, arteriopatici, cardiopatici, in gravidanza ed in allattamento. Si consiglia sempre, come per tutti i laser, l’uso degli occhiali protettivi, sia per l’operatore che per il paziente. Le riflessioni conclusive, specialmente le biopsie, depongono certamente per la bontà di questa nuova via non invasiva di trattamento clinico ed estetico di cellulite adipofibrosa e adiposità localizzata, inoltre il trattamento integrato rende i risultati migliori e più veloci.

Foto prima dopo