Tante reazioni avverse al cibo

di Riccardo Gatto

Le allergie e le intolleranze alimentari sono un capitolo della medicina molto complesso che può indurre confusione ed errori 

Allergie alimentari? Gli specialisti le chiamano il ”camaleonte della medicina”. Per la complessita’ della materia, infatti, non è facile classificarle, essere certi riguardo le cause scatenanti e su quali mezzi adottare per prevenirle. In realta’, esse sono caratterizzate da una grande variabilita’ di manifestazioni cliniche e di sintomi polimorfi che arrivano talvolta a coinvolgere diversi organi e apparati contemporaneamente. Anche l’esatta prevalenza delle allergie al cibo nella popolazione generale non è mai stata accertata correttamente a causa di fattori dovuti non soltanto alla banale confusione terminologica, ma anche e soprattutto ai differenti criteri diagnostici e alla mancanza di specifiche procedure da manuale, alle numerose diverse reazioni sintomatiche dovute all’individualita’ della risposta e, nel caso in cui si tratti di bambini, alle difficoltà valutative che spesso si presentano ai genitori. Il miglioramento della conoscenza e la diffusione delle cosiddette ”intolleranze alimentari” complica ancor più la situazione. Come spesso capita, esse vengono erroneamente scambiate per patologie allergiche ma in realtà si tratta di fenomeni di differente natura. E’ molto importante perciò, soprattutto per i numerosi pazienti ”fai da tè’ non confondere le intolleranze alimentari con le allergie alimentari. Per evitare di incorrere in un tale errore, oggi si preferisce adottare per comodita’ una classificazione proposta dall’Accademia Americana di Allergia e Immunologia largamente accettata dalla comunita’ scientifica. Essa ha stabilito di usare come definizione onnicomprensiva quella di ”reazione avversa al cibo” distinguendo l’allergia dall’intolleranza a seconda che i disturbi avvertiti dal paziente siano mediati o meno da meccanismi immunologici. In altre parole quando si chiama in causa il termine ”allergia” allora si sta parlando di una sintomatologia scatenata entro pochi minuti dall’assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti che mette immediatamente in azione il nostro sistema immunitario (anticorpi IgE ed IgG). Nell’adulto e nell’adolescente questi eventi sono dovuti soprattutto a pesce, crostacei, arachidi, frutta secca oleosa (85% dei casi); nel bambino sono dovuti soprattutto a latte, uova, arachidi, soia, frumento (90% dei casi). Le reazioni più frequenti coinvolgono il cavo orale e il canale digestivo in genere, ma possono verificarsi sintomi anche a carico di altri organi bersaglio come la cute e o l’apparato respiratorio. Con il termine ”intolleranza” s’intende invece un meccanismo che agisce soprattutto in relazione alla quantità di alimenti non tollerati scatenando un fenomeno di accumulo di ”tossinè’ nell’organismo. Cio’ può provocare disfunzioni sia internamente, per esempio a livello dell’intestino e dell’apparato digerente in generale, sia esternamente a carico della pelle. Secondo alcune ipotesi l’aumento di questi casi sarebbe legato a un uso indiscriminato di insetticidi, di serbanti e di fitofarmaci impiegati nella coltivazione così come all’eccesso di additivi alimentari che sono spesso fonte di reazioni avverse al cibo; talvolta pero’ possono essere causate anche da deficit enzimatici: la mancanza di lattasi a esempio può esser la causa dell’intolleranza al latte. In relazione alle reazioni cutanee risulta di maggiore importanza prendere in esame soprattutto le allergie alimentari piuttosto che le intolleranze in quanto le risposte infiammatorie degli allergeni sono spesso causa di violente manifestazioni proprio sulla pelle del volto. Ma anche cuoio capelluto, arti, regioni periauricolari, perioculari e periorali, collo, caviglie e pieghe flessorie degli arti possono essere interessate dalle più comuni reazioni agli allergeni degli alimenti. Lucrezio affermava: ”quello che per un individuo è cibo, può essere per un altro veleno”. L’importante è riuscire a capire quali siano le sostanze che il nostro organismo identifica come ”veleno” e non attribuire erroneamente a patologie comuni una genesi allergica alimentare come spesso accade. Emicrania, orticaria cronica, sindrome da fatica cronica, otite sierosa, malattia di Chron e molte altre non sono dovute agli effetti di patologie allergiche e per essere del tutto sicuri si può ricorrere a test specifici. In conclusione, sia da un punto di vista estetico che soprattutto da un punto di vista di salute e benessere, sembra dunque essere di fondamentale importanza riuscire a tenere sotto controllo gli effetti che l’alimentazione provoca nel paziente, in particolare quando si manifestano reazioni spiacevoli e impreviste. In caso di un reale problema, transitorio o permanente, si potra’ intervenire sia con farmaci che con variazioni della dieta sempre garantendo, specie ai bambini, l’assunzione delle sostanze nutritive indispensabili. Recenti studi hanno infatti dimostrato che a causa di reazioni avverse a particolari cibi, segue quasi sempre l’istaurarsi di una dieta squilibrata, il rischio da cui bisogna tenersi maggiormente alla larga se non si vuole aggravare le condizioni generali spesso determinando anche un patologico rapporto psicologico con il cibo.