In diverse pazienti affette da acne pochi giorni prima del ciclo compare, sempre nello stesso punto del viso, un foruncolo “sentinella”. Questa constatazione ha fatto nascere l’idea che lo si potesse utilizzare come area test per una nuova terapia dell’acne in base all’ipotesi che la causa principale del problema risiede all’interno del dotto pilosebaceo. Quando esso si ostruisce a causa di una eccessiva cheratinizzazione, il sebo ristagna dando luogo a delle microcisti che possono infiammarsi o infettarsi. La ritenzione idrica premestruale, la variazione idrosalina del sudore e del sebo indotta da stress psichici o fisici, aggraverebbero il quadro clinico favorendo la formazione delle pustole acneiche. ”Per impedire tutto questo – spiega il prof. Giorgio Fippi, docente di Elettrologia Medica, si deve trattare lo sbocco del follicolo malato e per riuscirci, abbiamo messo a punto Plexr (il nome deriva dalla contrazione dei termini Plasma -stato ionizzato dei gas – ed Exeresi), uno strumento che rappresenta l’evoluzione tecnologica del Felc (Flusso di Elettroni Convogliati) con cui si possono trattare sia i comedoni aperti che chiusi, effettuando una vera e propria plastica del follicolo pilosebaceo deformato dal processo acneico”. L’applicazione si effettua sfiorando il tessuto, evitando il contatto con la parte, per consentire la formazione del plasma (gas ionizzati) che provoca la sublimazione dello strato corneo superficiale senza coinvolgere i tessuti sottostanti. ”Per eliminare definitivamente la possibile formazione di nuovi comedoni – aggiunge Fippi – si deve bonificare tutta la zona in cui si formano le pustole acneiche.
Le microcisti sebacee, i milia e i comedoni devono essere trattati solo facendo sublimare la membrana soprastante la raccolta di sebo mentre, le pustole attive, vanno trattate allo stesso modo, ma intervenendo solo sulla corona circolare virtuale che delimita la parte gialla della pustola, dall’area arrossata circostante. Cosi’ facendo saremo sicuri di aver eliminato il danno anatomico del dotto pilosebaceo alterato che continuando a trattenere il sebo e lasciando evaporare la parte acquosa del sudore prodotto, realizza quella raccolta di materiale che, se successivamente colonizzata, forma la pustola acneica. Il test sulla piccola area del foruncolo sentinella permette di valutare sia la compliance del paziente sia la risposta cutanea al trattamento e il ricorso al protocollo completo”. Dopo sette giorni, verificata la durata del rossore (da due ore a sei giorni), in base alle esigenze della vita di relazione del paziente, si opta per trattare tutta la parte ogni sette giorni o trattare piccole aree consentendo, se necessario, la ripresa lavorativa subito dopo il trattamento, avendo l’accortezza di applicare sulla parte del fondotinta. ”I nostri risultati – ricorda il prof. Fippi – uniti a quelli dei Medici del Gruppo della Chirurgia non Ablativa, confermano la totale scomparsa nei mesi successivi, nella zona trattata, di qualsiasi manifestazione acneica nel periodo premestrualè’. Nel corso del tempo, questo trattamento è stato applicato a numerosi pazienti affetti da acne, sia maschi che femmine, cui era stato sospeso qualsiasi trattamento cosmetico o farmacologico, controllando i risultati clinici e confrontando le foto digitali seriate nel tempo. ”Nei pazienti in cui, nel tempo, erano ancora presenti formazioni acneiche – racconta Fippi – queste non si sviluppavano mai sulle aree trattate in precedenza”. Un capitolo a parte riguarda le cicatrici post acneiche o da varicella. ”Queste devono essere trattate come un bassorilievo – ci illustra l’inventore di Plexr – trattando punti non contigui per consentire l’effetto cerniera delle piccolissime crosticine puntiformi che, se troppo ravvicinate, potrebbero creare una crosta unica a rischio difrattura, e se troppo profonde potrebbero essere causa di maggiori depressioni. Nel caso delle cicatrici post acneiche si deve trattare prima la cute dei margini per consentire al fondo della cicatrice di salire verso l’alto, quindi, le mamellonature tra le cicatrici depresse, senza toccare in alcun modo il fondo delle cicatrici stesse. Per analogia, si devono trattare solo i dossi e non le cunette con la tecnica per punti staccati che è l’unica che favorisce l’accorciamento cutaneo. In caso di cicatrici molto depresse, è sempre consigliabile trattare i margini e le aree in plus in più sedute, con un intervallo di ventotto giorni tra le sedute, permettendo la risalita del fondo. Anche trattando cicatrici post acneiche in soggetti di colore non si sono mai verificate discromiè’. Il protocollo prevede che le sedute siano sempre distanziate di ventotto giorni, e la parte trattata, una volta cadute le piccole croste che si formano sui singoli spot del Plexr (dai tre ai sette giorni), dovra’ essere protetta dalla luce in modo adeguato.
Prima del trattamento, dopo il trattamento e 90 giorni dopo il trattamento