Intervista al Professor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico – Como
Il trattamento frazionale può aiutare a rimuovere molti dei fastidiosi segni lasciati su viso e corpo
L’acne è una patologia molto comune, dovuta a una concomitanza di fattori microbici (propionebacterium acnes), ormonali e cutanei (particolare produzione di sebo). La pelle reagisce ai traumi delle infezioni locali e dei vari trattamenti, che spesso i pazienti si autoinfliggono, con cicatrici atrofiche che presentano un assottigliamento di tutti gli strati della cute, soprattutto del derma, e una perdita del tono elastico.
Queste antiestetiche sequele atrofico-cicatriziali sono spesso associate ad aree iperpigmentate. La gravità di tali cicatrici è correlata alla durata della patologia e al tipo di acne coinvolto e il loro impatto, psicologico oltre che estetico, è riscontrabile in una elevata percentuale di pazienti, per i quali sono state sviluppate tecniche volte a migliorare l’apparenza delle zone affette. Finora il trattamento più comune per levigare un volto coperto da piccole e grandi cicatrici è stata la dermoabrasione, o in alternativa si è ricorsi a peeling chimici aggressivi. Altre tecniche chirurgiche intervengono, ove possibile sulle singole lesioni, con escissioni e riposizionamenti delle aree interessate. Piu’ recentemente sistemi laser per resurfacing, come i CO2 o l’Erbium YAG, hanno consentito di estendere in profondita’ l’azione di stimolo alla generazione di nuove fibre di collagene oltre alla levigazione delle disuniformità superficiali.
Tutte le tecniche comunque si avvalgono dei processi di riparazione della cute in modo da eliminare il più possibile la visibilita’ delle atrofie, ottenendo pero’ successi limitati e comunque, almeno nei casi maggiormente invasivi, tempi di recupero lunghi associati a forti limitazioni alla vita sociale dei pazienti. Da un paio di anni è iniziata la commercializzazione del laser Fraxel (Reliant), nato dalla ricerca di un nuovo concetto di trattamento ”frazionalè’, che ha subito ottenuto l’autorizzazione da parte della Food and Drugs Administration per il resurfacing pur non essendo un laser ablativo, oltre che per altre indicazioni quali melasma, rughe periorbitali, iperpigmentazioni. A tutt’oggi, a livello mondiale, ne sono operativi oltre 1200 esemplari, che hanno effettuato più di 150.000 trattamenti. Incontriamo a Como, nella divisione di Medicina Estetica del Polispecialistico San Giuseppe, il dottor Eugenio Gandolfi, chirurgo plastico, che ha introdotto, per primo in Italia, il trattamento col laser Fraxel.
Dottor Gandolfi, le cicatrici da acne sono l’incubo di migliaia di giovani. Puo’ spiegarci come funziona il Fraxel e quali sono le particolarita’ del trattamento rispetto agli altri disponibili?
Il laser frazionale tratta per seduta una percentuale di circa il 20% del tessuto interessato, e lo fa sviluppando in profondita’ delle colonne di tessuto denaturato dall’azione termica del laser, circa 2000 per centimetro quadro. Fraxel ha ottimizzato con l’esperienza di ormai 4 anni i parametri necessari, dimostrando in più lavori scientifici che il processo riparativo indotto rigenera lo strato del derma papillare che è assente nelle cicatrici atrofiche acneiche.
La particolarita’ dello strumento è che il tutto avviene automaticamente, grazie a uno scanner lineare che verifica l’omogeneita’ del trattamento laser. Bisogna riconoscere all’azienda Reliant un enorme investimento nella ricerca clinica. Hanno continuato a migliorare le caratteristiche del trattamento con questo sistema anche ascoltando medici e pazienti, oltre che con l’esame di migliaia di istologie, per approfondire il principio di azione e massimizzare l’efficacia del laser.
Il protocollo utilizzato è unico?
No, c’è invece la possibilità di personalizzare il trattamento regolando la profondita’ di interazione secondo la gravità delle cicatrici da trattare, ma soprattutto la ridottissima invasivita’: alcuni dei pazienti addirittura si truccano subito dopo la seduta per ritornare al lavoro. In effetti il compromesso tra efficacia e comfort è veramente eccezionale.
Si sente dolore?
Chi vuole sottoporsi al Fraxel deve sapere che non è indolore, ma il fastidio è sempre ben tollerato. Del resto, promettere trattamenti senza dolore troppo spesso significa non poter ottenere risultati, specialmente nel caso delle cicatrici acneiche negli strati più profondi della pelle che vengono raggiunti solo impiegando energie elevate. Proprio per questi casi si è studiato un accorgimento tecnico che ottimizza la dimensione del singolo spot del laser in funzione dell’energia emessa: disperdendo meno calore si raggiungono profondita’ maggiori e si riduce ulteriormente la sensazione dei pazienti.
Questo accorgimento, assieme alla possibilità di configurare liberamente la densita’ degli spot del laser, ci consente di ottimizzare la risposta al trattamento secondo le specifiche esigenze del paziente. E’ straordinario, infine, che il laser stesso verifichi continuamente la consistenza dei parametri automaticamente senza che l’operatore debba intervenire. Ci si può così concentrare sulla precisione macroscopica del trattamento.
Quanto può durare un trattamento e quali sono le sedi trattabili?
Il trattamento dura da 20 a 40 minuti, secondo l’estensione da trattare. Non ci sono limiti: Fraxel può trattare qualsiasi sede del corpo, proprio grazie alla tecnologia che non causa una ferita aperta e che quindi ripara agevolmente anche in sedi dove molti altri trattamenti non sono consigliabili.Come appare la pelle dopo il trattamento?
Nella peggiore delle ipotesi, ma non in ogni caso, si avra’ un gonfiore e un modico arrossamento che nel caso del trattamento delle cicatrici da acne durera’ alcuni giorni. Il beneficio dello strato corneo lasciato intatto da Fraxel permette di mascherare col trucco qualsiasi esito senza incorrere in rischi o diminuire l’efficacia della cura. Chiaramente gli esiti immediati sono più vistosi a seconda dell’aggressivita’ necessaria a raggiungere le cicatrici.
Quali sono le eventuali cure post-trattamento?
Stiamo parlando di un laser non ablativo, cioè con minime conseguenze post- trattamento. La guarigione delle microlesioni è molto rapida rispetto ai laser tradizionali e la pelle migliora più in fretta. Cio’ nonostante è necessario l’uso di un buon idratante e di una crema solare con schermo ad ampio raggio. I risultati sono visibili immediatamente e sono progressivi: il risultato definitivo è visibile alla fine dei trattamenti.
Una curiosita’: a cosa serve il colorante blu che si usa nel corso del trattamento?
Fino ad oggi il colorante blu è servito insieme ai sensori ottici del manipolo per mantenere la massima omogeneita’ di trattamento. Si è così evitato l’utilizzo di manipoli che emettono singoli spot focalizzati da microlenti, un sistema meno costoso ma troppo limitativo. Con l’accorgimento del colorante blu sulla pelle e lo scanner lineare per ottimizzare la funzionalita’ del laser, la Reliant è riuscita a eliminare ogni possibile errore dell’operatore. Sono stato pero’ informato che prossimamente ci sara’ la disponibilità di un aggiornamento che pur mantenendo la precisione dello scanner lineare eliminera’ del tutto il colorante blu da applicare sulla zona trattata.