Acne e cioccolato la guerra è finita

di Silvia Soligon

L’annuncio non poteva essere dato che a Perugia: non esiste una correlazione diretta tra il tanto amato alimento e gli inestetismi della pelle 

La storia della medicina è ricca di miti. Oggi sembra caderne definitivamente un altro: il cioccolato non causa l’acne. A confermarlo è l’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (Adoi), che in occasione di Eurochocolate 2009, svoltasi a Perugia dal 16 al 25 ottobre scorsi, ha fatto il punto della situazione sulle ricerche finora condotte, dimostrando che non esiste un legame diretto tra il cosiddetto “cibo degli dei” e questa dermopatia. è la prima volta che gli organizzatori della manifestazione perugina hanno deciso di dedicare uno spazio alla medicina, identificando nel tema Acne & Cioccolato l’oggetto della discussione scientifica. Durante il simposio, moderato dai dermatologi Stefano Simonetti e Gian Marco Tomassini dell’Azienda ospedaliera di Perugia, si è parlato delle caratteristiche chimiche del cioccolato, della sua attività sulla pelle, degli aspetti clinici e delle cause dell’acne e dell’importanza del cibo, del fumo e del sole, illustrando anche le possibili soluzioni cosmetologiche e terapeutiche per contrastare questa dermopatia. Numeroso il pubblico che ha apprezzato la discussione non solo perché di grande attualità, ma anche per il suo interesse dal punto di vista della vita quotidiana. La questione è, infatti, oggetto di tante false credenze e luoghi comuni nonostante nessuno abbia mai dimostrato l’esistenza di un rapporto tra acne e cioccolato. Nonostante ciò, ben sette ragazzi su dieci credono che i loro problemi di pelle siano causati dal tanto amato cibo. Tuttavia, l’acne non è solamente un problema adolescenziale: se è vero che colpisce fino all’87% dei ragazzi italiani, a volte può interessare anche soggetti adulti. In particolare, le donne incinte e le quarantenni ne possono soffrire, soprattutto se affette da malattie come la sindrome dell’ovaio policistico o la più rara sindrome di Cushing. Fra gli adolescenti, invece, i ragazzi sono più soggetti a sviluppare l’acne rispetto alle ragazze. Patrizio Mulas, past-presidente Adoi, ha spiegato: “Numerosi sono i fattori coinvolti nella genesi delle lesioni cutanee: dall’ipersecrezione sebacea alla cheratinizzazione infundibolare, dall’attività della flora microbica degli infundibuli pilari all’azione di altri agenti dell’infiammazione follicolare. A questi si aggiungono la predisposizione genetica, lo stress e stili di vita poco sani, come fumare”. La ricerca dermatologica ha da tempo chiarito che sul viso sono presenti numerose unità pilosebacee, costituite da una ghiandola sebacea connessa a un canale che contiene un sottile pelo. Il sebo prodotto dalla ghiandola, può ostruire il follicolo, creando l’ambiente per la crescita di Propionibacterium acnes. Questo batterio, normalmente presente sulla pelle, causa, così, l’infiammazione e la formazione delle lesioni. Si sa ormai da anni, inoltre, che a giocare un ruolo importante sono anche gli ormoni. La produzione di androgeni raggiunge il suo picco massimo proprio durante l’adolescenza; stimolando le ghiandole sebacee ad ingrossarsi e a produrre più sebo tali ormoni causano la formazione di brufoli e punti neri soprattutto in questa fase della vita. Ma non sono gli unici: a essere citato in giudizio è anche l’insulin-like growth factor 1 (IGF-I). Anche durante la menopausa l’acne è scatenata da variazioni ormonali. In questo caso è la diminuzione della produzione di estradiolo, che contrasta la formazione delle lesioni, a promuovere il problema. Nulla a che fare, quindi, con il cioccolato. Lo stesso Tomassini ha sottolineato che assumere cioccolato con moderazione, preferibilmente se fondente, non comporta alcun rischio per la pelle, anzi, può avere effetti benefici sulla salute, grazie alle sue proprietà antiossidanti e rilassanti. Anche altri cibi, incluse pizza e patatine fritte, sono stati spesso accusati di scatenare problemi di pelle, ma nemmeno in questi casi sono mai state fornite le prove. è stata, invece, dimostrata un’associazione tra l’acne e il consumo di latte parzialmente scremato, probabilmente dovuta agli ormoni di origine bovina presenti in quest’ultimo. Infine, il livello di glucosio presente nel sangue sembrerebbe facilitare la formazione delle lesioni. In particolare, i carboidrati che vengono digeriti rapidamente (come quelli contenuti nelle bevande analcoliche, nei dolci e nel pane bianco) causano un’iperglicemia che influenza l’attività degli androgeni e, stimolando la secrezione di insulina, fa aumentare i livelli di IGF-I. Quest’ultimo agisce direttamente sull’unità pilosebacea causando l’acne. Di per sé il cioccolato ha un basso indice glicemico, ma l’alto contenuto di zuccheri che caratterizza alcuni cibi contenenti proprio cioccolato potrebbe essere alla base della formazione dell’acne e della generazione del falso mito secondo cui sarebbe il responsabile di problemi dermatologici. La vera causa dell’acne è, quindi, l’accumulo di sebo e di cellule morte nei pori. Questi fattori non sono determinati in alcun modo dall’alimentazione, in quanto i cibi ricchi di grassi non promuovono la produzione di sebo. Secondo Vincenzo Bettoli, responsabile dell’Ambulatorio Acne della Clinica dermatologica dell’Università di Ferrara, “troppa cioccolata o fritti costituiscono piuttosto un’alimentazione sbagliata. Contengono grassi che vanno ad aumentare il tasso di lipidi nel sangue, ma non modificano la secrezione sebacea che è all’origine dell’acne e la cui variazione è dovuta soprattutto agli ormoni androgeni”. In ogni caso, per prevenire l’acne gli esperti suggeriscono di seguire regolarmente una dieta sana, che includa frutta e verdura. Inoltre recenti studi hanno mostrato la possibilità di regolare i livelli ormonali per contrastare il problema, ma dati i possibili effetti collaterali negativi c’è ancora molta cautela nei confronti della possibilità di utilizzare tale approccio. A fronte dei loro studi, gli scienziati hanno concluso che il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo dell’acne è molto modesto, se non nullo. Concludiamo rilevando che, nonostante il chiaro conflitto d’interesse, Eurochocolate ha contribuito a sfatare un falso pregiudizio sul cioccolato, che oltre a non arrecare danni alla pelle, ha altre importanti qualità: non provoca dipendenza né allergie, non causa la carie e, se consumato con moderazione, non ingrassa. Basta evidentemente contenersi e non esagerare.