Acne: l’esperienza del fai da te

di Barbara Di Chiara

Oligoelementi, impacchi di erbe dai misteriosi poteri, rimedi della nonna: sono tutti modi alternativi di automedicare l’acne. Ma i risultati non sono quasi mai quelli sperati

Acne e sole, acne e cioccolata, acne e il dubbio di spremere un foruncolo o meno. Queste e molte altre associazioni con la malattia più diffusa al mondo fra adolescenti e non, hanno dato vita, nel tempo, a tantissimi falsi miti, credenze e paure ingiustificate. E anche ai più svariati e curiosi metodi “fai da te” per curarsi in casa. A volte innocui, ma a volte, purtroppo, deleteri. Di certo non risolutivi. Come sappiamo infatti, l’acne volgare è il più delle volte l’espressione di fenomeni fisiologici legati alla maturazione ormonale e sessuale. In realta’ essa si configura come un fenomeno patologico solo nei casi in cui la sua entita’ e la sua estensione siano notevoli, con gravi ripercussioni sulla fisionomia del paziente, e/o con pericolo di cicatrici deturpanti come risultato finale dell’evoluzione della malattia.

Oppure quando è legata a una patologia caratterizzata da eccesso di ormoni androgeni mascolinizzanti, quando persiste oltre l’età della puberta’/adolescenza e quando è dovuta a fattori causali esterni, anche di natura iatrogena. Per contro, esistono anche situazioni di acne lieve, caratterizzate dalla comparsa temporanea di brufoli, o dalla semplice presenza di una pelle impura o mista (secca in alcune parti, grassa in altre, di solito corrispondenti con la famosa zona “T”, rappresentata da fronte, naso e mento). Tutte caratteristiche che non creano pero’ nel soggetto eccessivi problemi e che, erroneamente, non lo spingono a rivolgersi subito a un dermatologo. Gli scaffali delle farmacie sono colmi di prodotti indicati per la regolarizzazione della secrezione sebacea e la corretta detersione delle pelli impure. Cosi’, dunque, automedicazione è la parola d’ordine che molti ragazzi adottano nella lotta ai fastidiosi brufoli. Spesso, pero’, si creano i presupposti per accogliere suggerimenti a volte davvero incredibili.

Eccone un breve, ironico elenco, stilato con l’intento di suscitare almeno un sorriso sulla bocca dei nostri lettori esperti della cura dell’acne, certamente non al fine di screditare chi crede nel potere benefico di piante, fiori, anche perché talvolta essi affondano le loro origini nella tradizione e, col tempo, nè è stato chiarito un possibile razionale scientifico. Su internet e in circolazione esistono tantissime informazioni su come comportarsi in caso di brufoli e acne. A esempio, ricorrendo agli oligoelementi, nella convinzione che la patologia “reagisce bene a manganese-rame, di cui vanno prescritti 3 fialoidi la settimana. Alcune forme evolvono, assumendo carattere infiammatorio o infettivo. In questo caso si aggiungera’ rame-oro-argento e zinco-nichel-cobalto per i foruncoli in eccesso”. Forse è vero ma non si aggiunge alcuna referenza bibliografica. Anche la fitoterapia, per alcuni, sembra giocare un ruolo molto importante: “oltre agli oli essenziali di salvia e cipresso, che agiscono sulla componente ormonale, si può ricorrere, nei casi di superinfezione, a origano, santoreggia, e timo. Si consiglia inoltre l’utilizzo in sospensione di piante fresche di bardana”.

Leggendo su alcuni trattati di erboristeria apprendiamo che si tratta di sostanze a effetto lenitivo e antinfiammatorio e forse il consiglio si basa su questa conoscenza. Dai testi, non è dato pero’ sapere se gli oli vanno evitati su pelli arrossate e ipereattive per il rischio, in soggetti più predisposti, di dermatiti allergiche o irritative da contatto. Esistono poi un numero enorme di ricette dermocosmetiche fai da te, per la preparazione di maschere purificanti e antinfiammatorie.

A esempio quella alla camomilla: “si pongono 100g di fiori di camomilla essiccati in un recipiente di porcellana, ricoprendoli di acqua bollente e lasciandoli macerare per 10 minuti. Quindi si imbevono con l’infuso alcuni batuffoli di cotone idrofilo e li si tamponano su fronte, guance, mento, naso e collo, lasciandoli agire finchè non saranno freddi”. Niente da obiettare sull’azione della camomilla, attenzione pero’ alle condizioni di igiene. Passiamo ora a una mistura a base di limone: “preparate una pasta con latte, polpa di limone e farina di frumento, stendetela sul viso e lasciatela essiccare. Dopo 20 minuti togliete la maschera con un infuso di camomilla (50g di camomilla in mezzo litro d’acqua)”. Converrete che sembra più la ricetta di una torta che una formulazione cosmetica. Continuando nell’elenco degli impieghi di sostanze vegetali nella cura dell’acne, non è raro trovare nei manuali di cosmetologia naturale una lode alle proprietà normalizzanti della secrezione sebacea dell’estratto di betulla. Inoltre, anche il the verde, gli oli essenziali di maleuca, lavanda, sandalo, mirto e ginepro sono descritti come ottimi antisettici, tonificanti e normalizzanti. Per eliminare l’effetto “lucido”, invece, largo al cataplasmo di caolino. Un medicamento una volta assai usato la cui formula ricorda quella della vecchia Antiphlogistine, che qualche anziano dermatologo forse ricorda. Il caolino è un’argilla bianca lavata che si acquista in polvere e si unisce ad acido borico e glicerina, con l’aggiunta di varie essenze (gauteria, menta, eucaliptus). Il prodotto può essere applicato tal quale, come antinfiammatorio per uso esterno, oppure steso su una garza, dopo essere stato intiepidito in bagnomaria. Attenzione infine anche ai consigli delle nonne: improbabili e aggressivi lavaggi con saponi allo zolfo, impacchi di acqua e sale, tamponi di alcool puro “inflitti” direttamente sugli sfortunati brufoli. Occorre sempre non dimenticare che la pelle acneica è soprattutto una pelle delicata e spesso anche intollerante: il pericolo di peggiorare la situazione è sempre in agguato.

Puntualizziamo pero’ che fai da te non significa solo comportamenti acritici che danno credito a maghi e fattucchiere, o sfogo alla propria creativita’ e voglia di cure naturali. Di solito, infatti, il paziente con poche e sporadiche eruzioni cutanee e una pelle moderatamente grassa, anche se non reputa necessario sottoporsi a cure particolari, decide di utilizzare prodotti acquistabili in farmacia che sicuramente possono contribuire a tenere sotto controllo la situazione. In questo caso l’automedicazione può contare su titolazione e buona qualità dei principi attivi, controlli sulla produzione, sterilità delle formulazioni, garanzia sulle condizioni di conservazione dei prodotti. Tutti elementi che difficilmente si possono riscontrare negli intrugli fatti in casa.