Una miscela di acidi e di Retinil palmitato alla base di un peeling per intervenire in modo efficace sull’acne medio grave
della dott.ssa Clara Rigo, Specialista in Dermatologia e Venereologia – Verona e Milano
Tra le malattie dermatologiche l’acne è sicuramente una delle più diffuse e frequenti. Da uno studio sulla popolazione italiana emerge che almeno il 50% delle persone tra i 13 e i 30 anni, adolescenti e giovani adulti soffre di questa dermatosi in forma lieve, moderata o grave. Se poi si prende in considerazione la presenza sulla cute di comedoni o di papule e pustole transitorie, l’acne in forma lieve colpisce il 90% dei giovani di molte razze umane. Facile ricordare che lesioni caratteristiche dell’acne sono i comedoni, le papule, i noduli, le pustole, le cisti, fino agli esiti cicatriziali. La biochimica del comedone è nota: si tratta di un accumulo di materiale sebaceo e cheratinico, denso compatto e corneo, nell’infundibulo del follicolo pilosebaceo verso il dotto della ghiandola sebacea, che causa ipercheratinizzazione del follicolo. Questo è il primo evento che mantiene e fa progredire l’acne alle altre fasi e che va combattuto. Con il verificarsi della rottura della parete del comedone e la fuoriuscita del materiale sebaceo, s’instaurano i ben noti fenomeni infiammatori, dapprima solo perifollicolari che causano la formazione delle papule, poi con la loro diffusione più in profondita’ al derma superficiale e medio, compaiono i noduli e, successivamente, le raccolte di essudato purulento delle pustole, fino alla confluenza di materiale sebaceo e purulento con la formazioni di cisti. L’esperienza c’insegna che gli esiti cicatriziali di minore entita’ si hanno per le lesioni comedoniche, mentre per quelle con flogosi intensa e profonda gli esiti possono essere cicatrici permanenti e con aspetti diversi – in genere depressioni con contorni irregolari, tipo crateriforme, talora anche deturpanti, tipo cicatrici retraenti con epidermide assottigliata e assenza di annessi cutanei. Per agire su alcune forme di acne, dalla microcistica alla medio-grave, tramite un peeling, bisogna operare su tre fronti: effetto cheratolitico per ridurre l’ipercheratosi follicolare, azione antibatterica e antinfiammatoria. In questo articolo riferiamo di una formulazione (Mene & Moy System) la cui composizione è data dalla miscela di Retinil palmitato, Acido azelaico, Acido fitico, Acido kojico, Acido salicilico e Ascorbil palmitato, soffermandoci in particolare sul Retinil Palmitato che ne è la costituente principale. Questa sostanza viene infatti trasformata nella cute in acido retinoico, vero metabolita attivo, che stimola il turnover cellulare e, nei pazienti con acne diminuisce l’ipercheratinizzazione del follicolo, stimolando il rapido ricambio cellulare e impedendo la formazione di nuove lesioni. Non solo: l’applicazione topica induce l’inibizione delle collagenasi, il che comporta un aumento del contenuto in proteine e collagene, fondamentali per la riparazione delle cicatrici, che risultano notevolmente attenuate, e in gran parte prevenute. Cio’ si deve a un enzima: cellular acido-retinoico-binding, proteina essenziale per il trasporto dell’acido retinoico dal citoplasma al nucleo, dove inibisce l’espressione del gene che stimola la produzione delle metalloproteinasi che degradano il collagene, provocando un suo concomitante accumulo nell’epidermide.
Cercheremo ora di spiegare le altre azioni. E’ noto che i retinoidi, compresa la vit. A o retinolo e i suoi derivati naturali e sintetici, appartengono a una famiglia di lipidi poliisoprenoidi che stimolano la crescita e la differenziazione degli epiteli della cute, dell’apparato respiratorio, della mammella, dell’apparato urinario, aiutando a normalizzare l’ipercheratinizzazione e a ridurre l’infiammazione. In particolare essi aumentano la produzione di fibronectina, fattore di crescita dell’epidermide, mentre diminuiscono la produzione di collagenasi (metalloproteasi della matrice – MMPs), della cheratina e del sebo. Ci sono due tipi di acidi retinoidi, entrambi derivati dalla vitamina A, usati nella terapia dell’acne: la tretinoina (acido trans-retinoico) per via topica e l’isotretinoina per via generale.
La forma topica, nel trattamento dell’acne da media a moderata, irrita la cute stimolando il turnover delle cellule, il numero di strati delle cellule cutanee si riduce e così diminuisce l’ ipercheratinizzazione, principale fattore di mantenimento della patologia acneica. Nuove cellule rimpiazzano quelle delle pustole, e il rapido turnover previene la formazione di nuove lesioni, con un significativo effetto antiinfiammatorio. Con un meccanismo simile, la tretinoina può ridurre anche le rughe, le discromie, la pelle ipercheratosica da fotodanneggiamento. L’esatto meccanismo d’azione sulle cellule cutanee non è pero’ ancora completamente chiaro, l’evidenza suggerisce che la tretinoina topica diminuisca la coesivita’ delle cellule epiteliali del follicolo sebaceo e stimoli l’attivita’ mitotica aumentandone il turnover.
Una quantità molto scarsa viene assorbita sistemicamente con l’uso topico e perciò questa via è sicuramente meno pericolosa dell’uso orale. Il Retinil palmitato è la forma principale di immagazzinamento di retinolo nell’uomo e negli animali, enzimaticamente idrolizzabile nei suoi metaboliti: acido retinico-trans e cis, con un’alta attivita’ biologica nell’indurre l’accrescimento, la differenziazione e la riproduzione delle cellule. Dopo applicazione topica sotto forma di crema, il suo assorbimento percutaneo provoca la pronta idrolizzazione a retinolo da parte delle esterasi cutanee, con significativi livelli di retinolo nelle 48-72 ore successive. Inoltre la pelle contiene gli enzimi per l’ulteriore metabolismo del retinolo a retinaldeide (retinale) e poi ad acido retinoico. Nel peeling in questione è presente un veicolo lipofilo senza acqua, olio di Emu’, ricco in acidi grassi omega 3 e 6, ceramidi, squalene, in grado di trasferire in profondita’ le sostanze attive. Dopo tre mesi di applicazione topica di Retinil palmitato sulla cute femminile, si è osservato un aumento del rassodamento e dell’elasticita’ cutanea, e questa è la metodica utilizzata: la cute va detersa con un pre-peeling cleancer a base di acido glicolico per togliere ogni residuo di trucco, grasso e sporco. Va poi applicato un primo peeling agli alfaidrossiacidi per disgregare lo strato corneo più superficiale, e poi, in quattro step a distanza circa di 15 minuti l’uno dall’ altro, il prodotto a base di Retinil palmitato, per terminare con l’ultima applicazione che va tenuta per un tempo più lungo: circa 2 ore. Per concludere, la parte va detersa accuratamente con il prodotto prescritto in base al tipo di cute e si continua nei giorni successivi senza applicare nessuna crema. La totale desquamazione della cute si verifichera’ tra il terzo e il quinto giorno, a quel punto va applicata per qualche giorno una crema lenitiva. In media occorrono 3 sedute del trattamento completo a distanza di 2 o 3 settimane per una buona remissione del problema acne. I risultati più precoci si notano già dopo il primo trattamento, migliorando dopo 1 mese e fino a due mesi dall’inizio. Una volta che le lesioni d’acne hanno risposto in modo soddisfacente, si possono mantenere i risultati, con una terapia domiciliare e con l’applicazione del peeling in primavera e autunno. Eventuale effetto collaterale è un arrossamento eccessivo, ma molto raramente possono comparire lesioni crostose: in questo caso vanno utilizzati prodotti a base di ossido di zinco, sia sottoforma di schiuma o di pasta. Comunque tutti gli effetti collaterali sono reversibili in qualche giorno, senza sequele.