Nuovi orizzonti per l’acido retinoico

CellenoDel Prof. Leonardo Celleno

L’uso dell’acido retinoico ad alto dosaggio risulta critico per la forte instabilità. Oggi però questi limiti appaiono superati rendendo possibile la short contact therapy.

I retinoidi topici vengono utilizzati nel trattamento dell’acne sin dal 1962. La loro azione è mediata da due famiglie di recettori nucleari RAR (retinoico acid receptor) e RXR (retinoid X receptor), costituite entrambe da tre sottotipi recettoriali (α,β). L’effetto collaterale più frequente dei retinoidi topici è costituito dalla cosiddetta dermatite da retinoide, anche detta dermatite irritativa primaria. Quest’ultima è caratterizzata dalla comparsa, più o meno acuta, di segni (eritema, edema, xerosi e desquamazione) e di sintomi (bruciore e prurito). La comparsa è veloce, fin dalle primissime applicazioni del retinoide e l’entità risulta direttamente proporzionale al tipo di retinoide utilizzato, a esempio il retinolo è poco o per nulla irritante mentre la tretinoina può risultare molto irritante. La gravità della dermatite è inoltre dipendente dalla concentrazione, dal tempo di permanenza del retinoide sulla pelle e dal tipo di veicolo che la contiene. I retinoidi infatti sono molecole fortemente instabili e poco solubili nella maggior parte dei solventi noti, per questa ragione in genere vengono dispersi in gel alcolici che ne amplificano il potere irritante. L’acido retinoico o tretinoina è il metabolita attivo della vitamina A o retinolo, la diversità di struttura fra le due molecole comporta notevoli differenze nella farmacocinetica e soprattutto nelle attività farmacodinamiche. Negli ultimi anni, la sperimentazione clinica con tretinoina a elevate concentrazioni applicata per brevi periodi di tempo (Short contact therapy) ha evidenziato ottimi risultati in termini di efficacia e tollerabilità. L’uso di elevate concentrazioni di tretinoina per brevi periodi di tempo ha prodotto risultati superiori a quelli ottenuti con prodotti long-lasting contenenti basse concentrazioni di tretinoina, senza effetti secondari di tipo irritativo.

Purtroppo il limite di questa tecnica è stato sino a oggi l’impossibilità di realizzare prodotti omogenei contenenti elevate concentrazioni di Tretinoina, a causa della scarsa solubilità di quest’ultima in quasi tutti i solventi organici. Lo stesso Prof. Kligman sosteneva a ragione che la concentrazione massima di tretinoina che può essere solubilizzata senza formazione di cristalli in sospensione è pari allo 0,25 %. Tale problema è stato brillantemente superato, attraverso un innovativo sistema di dispersione della tretinoina,  brevettato a livello internazionale che ha reso possibile l’ottenimento di un gel polimerico, privo di alcol, contenente una concentrazione omogenea di tretinoina pari al 2,5 % ossia, cento volte superiore alla concentrazione massima indicata dal Prof. Kligman. Grazie a questo gel polimerico è possibile eseguire una reale Short contact therapy. Studi eseguiti in vivo hanno dimostrato analiticamente l’efficacia del trattamento e la sua elevata tollerabilità. Test di permeazione cutanea eseguiti in vitro hanno inoltre evidenziato come la barriera formata dalla base polimerica del gel renda trascurabile l’assorbimento della tretinoina attraverso l’epidermide durante il tempo di applicazione, rendendo il prodotto sicuro.

L’elevata tollerabilità, sicurezza ed efficacia di questo composto polimerico apre gli orizzonti della tretinoina a nuove applicazioni soprattutto nel campo del crono e foto-aging. La tretinoina, si è dimostrata in grado di indurre, con meccanismo dose-dipendente, miglioramento clinico e riduzione o regressione delle alterazioni istologiche tipiche del foto-invecchiamento. Dopo alcuni trattamenti con elevate concentrazioni di tretinoina è possibile osservare miglioramento clinico della tessitura e lassità cutanea, della rugosità, delle discromie cutanee, l’assottigliamento dell’ipercheratosi epidermica con assetto più compatto dello strato corneo, aumento dello strato granuloso, perdita dell’atipia cellulare e ripristino della polarità dei cheratinociti, riduzione della pigmentazione dello strato basale con distribuzione più uniforme dei melanosomi e, nel derma, neodeposito di fibre collagene.