del Dott. Pietro Peluso Specialista in Podologia, Podoposturologia e Metodologia PodoPosturale, Avellino
Il piede è un organo di moto e di senso. La sua struttura è un capolavoro unico di architettura, costituito da 26 ossa, 33 articolazioni e 20 muscoli. Rappresenta un punto fisso al suolo su cui grava l’intero peso del corpo, alla base del sistema di controllo antigravitario che consente agli umani di assumere la postura eretta e di spostarsi nello spazio. La complicata anatomia del piede rispecchia le molteplici funzioni a cui esso deve adempiere, per una media di più di 15.000 passi al giorno. Nel sostegno del carico ponderale, realizza un equilibrio tra gli elementi statici (i.e. le ossa) e dinamici (i.e. i muscoli); nel movimento deve essere considerato nel suo insieme; infine, come organo di senso, svolge la propria funzione specifica, informando il sistema centrale circa la posizione spaziale, e allo stesso tempo inviando messaggi riguardo alle caratteristiche delle superfici d’appoggio. La postura e i piedi sono strettamente collegati fra loro. Una errata postura può innescare nell’organismo delle compensazioni che alterano la fisiologica struttura del corpo. Lo specialista sa che è fondamentale una visione globale del corpo, sia nel caso di uno sportivo, che di un paziente patologico da riabilitare. Soprattutto in un paziente in età scolare, le abitudini scorrette possono risultare difficilmente correggibili se mantenute fino al termine dello sviluppo. Sappiamo infatti che fin dalla nascita, il nostro cervello memorizza gli errori del sistema posturale e li considera riferimenti di normalità. Il tempismo nel modificarli è uno strumento cruciale, dal punto di vista della prevenzione e della terapia. Per poter procedere in tal senso, è prevista un’indagine strumentale seguita da un esame clinico. La prima consiste nell’analisi computerizzata del baricentro, del tono muscolare, delle oscillazioni posturali e dell’assetto della colonna vertebrale nelle tre dimensioni dello spazio. Nella sezione clinica viene studiato l’assetto posturale, il tono muscolare, l’appoggio del piede, la convergenza degli occhi, il parallelismo degli assi visivi, l’occlusione mandibolare e tutto ciò che può interferire con lo schema corporeo ottimale per l’individuo. Discorso a parte merita il piede delicato e fragile. Quando se ne parla non si può non parlare del “piede diabetico”. Con questo termine si intende una serie di alterazioni tipiche dell’arto inferiore indotte da un’affezione delle fibre nervose nota come polineuropatia, e/o da una arteriopatia. In presenza di una delle due condizioni suddette, una eventuale infezione può far precipitare il quadro clinico. La polineuropatia comporta un deficit della sensibilità tattile, dolorifica, pressoria e propriocettiva necessaria a inviare al sistema nervoso segnali dalle articolazioni, dai tendini e dai muscoli. Tale deficit provoca l’assunzione di posizioni anomale che sforzano articolazioni e tendini e portano, a lungo andare, a deformazioni irreversibili che a loro volta causano traumatismi e alterano la pressione sulla pianta del piede. Ne consegue la formazione di ipercheratosi e la potenziale lesione del tessuto sottostante, con aumentato rischio di sovrainfezione. In questo caso sono fondamentali dei plantari costruiti su misura, che vengono progettati individualmente in base alla patologia da trattare. Questi presidi medici migliorano e correggono la deambulazione, l’errato appoggio plantare, lo svolgimento di attività sportiva, e i problemi di postura. Infine, un’altra conseguenza della polineuropatia è l’alterazione dell’idratazione: il piede appare secco e screpolato. L’arteriopatia, invece, può manifestarsi con dolore ai polpacci dopo uno sforzo muscolare e, nella maggior parte dei casi, interessa entrambi gli arti. È fondamentale, per i pazienti diabetici, effettuare periodicamente la visita podologica, al fine di prevenire l’ulcerazione del piede. Raccomandabile, poi, seguire alcuni pratici consigli: 1) osservare i piedi una volta al giorno usando uno specchio, per verificare la presenza di alterazioni della cute come vesciche, tagli e arrossamenti; 2) assicurarsi che non ci sia un’eccessiva umidità tra le dita; 3) lavare i piedi solo con acqua tiepida avendo cura di asciugarli accuratamente e con delicatezza, in particolar modo tra le dita; 4) non avvicinare troppo i piedi a fonti di calore come stufe o borse dell’acqua calda. In caso di freddo indossare calzini di lana; 5) non usare callifughi, lamette, bisturi o qualsiasi altro oggetto tagliente; 6) soprattutto nel caso della cute delicata dell’anziano o del soggetto fragile, mantenere la pelle idratata ed elastica utilizzando prodotti specifici consigliati dal podologo che, utilizzati quotidianamente, ne difendono l’integrità; 7) tagliare le unghie correttamente (non troppo corte e non negli angoli). Consultare il podologo se si incontrano difficoltà nel taglio; 8) indossare calzature consigliate dallo specialista ed esaminarne l’interno prima di indossarle per evitare la presenza di corpi estranei; 9) indossare calze o calzettoni (possibilmente bianchi) senza cuciture in rilievo, ricordando di cambiarli ogni giorno; 10) nel corso dei periodici controlli, riportare al podologo qualsiasi cambiamento osservato nel piede. Infine il paziente dovrebbe rinunciare alla pratica della pedicure “casalinga” così come dovrebbe evitare di rivolgersi a personale non qualificato. Il rischio è infatti, in entrambi i casi, di riportare danni o peggiorare la patologia in corso di trattamento. I podologi laureati si mantengono aggiornati sulle tecniche di risoluzione delle patologie del piede, ma anche sulle metodiche di sterilizzazione dello strumentario adoperato per gli specifici trattamenti. La salute del piede non va mai trascurata in quanto un semplice fastidio o disagio possono degenerare, in tempi anche brevi, in dolore acuto o cronico. Non è esagerato dire che il benessere del corpo dipende da quello del piede, da una corretta camminata e da una buona postura.